Napoli, Chiesa Anglicana, Via San Pasquale 15B

13/06/2022 , ore 19:30
Georg Friedrich Händel
Integrale delle sonate per flauto e basso continuo
I Concerto

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DISSONANZEN 2022
Concerti di primavera

I Concerto

Sonata in mi minore per traversiere e basso continuo HWV 359a (op. 1 n. 1b)
Grave – Allegro – Adagio - Allegro

Sonata in sol maggiore per traversiere e basso continuo HWV 363b (op. 1 n. 5)
Adagio – Allegro – Andante – Bourée- Menuetto

Sonata in sol minore per flauto dolce e basso continuo HWV 360 (op. 1 n. 2)
Larghetto – Andante – Adagio – Presto

Sonata in si minore per traversiere e basso continuo HWV 367 b (op. 1 n. 9)
Largo – Vivace – Presto – Adagio – Alla breve – A tempo di Minuet

Sonata in do maggiore per flauto dolce e basso continuo HWV 365 (op. 1 n. 7) 
Larghetto – Allegro – Larghetto – A tempo di Gavotta – Allegro 

Tommaso Rossi, flauto dolce e traversiere 
Enrico Baiano, clavicembalo 

Il corpus delle sonate di Händel per flauto è stato per anni oggetto di studio dei musicologi perché propone una serie di problemi legati alla determinazione delle sue esatte coordinate sia rispetto all’esatto numero delle sonate, che rispetto alla loro collocazione temporale. 
Un dato acclarato è che nel 1724 fu pubblicata a Londra dall’editore Walsch una raccolta intitolata Twelve Sonatas or Solos for the German Flute, Hautboy or Violin composed by G.F Handel. In questa raccolta la I, V, IX sonata sono in effetti per Traversa, quindi per flauto traverso, mentre all’inizio delle sonate II, IV, VII e XI è presente l’indicazione Flauto solo, che chiaramente allude al flauto dolce, ovvero il flauto diritto. Le altre cinque sonate sono destinate o al violino o all’oboe. A questo set di Sonate si aggiungono altre composizioni che, nel corso degli anni, sono state ritrovate in collezioni manoscritte europee. È il caso delle cosiddette “Hallenser Sonaten” che risalirebbero al primissimo periodo della attività di Händel nella città di Halle, mentre la Sonata in si bemolle maggiore per flauto dolce proviene dalla collezione dei manoscritti haendeliani del Fitzwilliam Museum. Nel 1879 si deve a Friedrich Chrisander la pubblicazione di una raccolta di XV Solos in cui venivano aggiunte alle 12 sonate pubblicate nel 1724 altre 4 Sonate per violino e veniva pubblicata una doppia versione della Sonata I per flauto in mi minore (versione Ia e Ib). Per l’esecuzione in due concerti di questo straordinario repertorio abbiamo deciso con Enrico Baiano di eliminare, per quanto possibile, i doppioni e di dare alle sonate il loro numero di catalogazione che segue l’Händel Werke Verzeichnis curata da Bernd Baselt.


Difficile certamente è dare in poche righe un articolato giudizio su una produzione così importante, che tocca, con ogni evidenza, anche vertici di grandissima arte. 
Se la produzione principale del grande compositore tedesco va identificata nel genere operistico e nel genere dell’oratorio non possiamo certo dimenticare l’autore di geniali pagine di musica strumentale, particolarmente le due magnifiche raccolte di concerti grossi, o della Water Music. Le sonate per strumento solista, e quindi anche quelle per flauto, si richiamano formalmente alla sonata da chiesa e alla sonata da camera di stile italiano e si articolano in quattro movimenti principali ai quali si aggiungono, talvolta, anche ritmi di danza, come il minuetto, la giga e la siciliana, che sembrano testimoniare l'influenza esercitata dalla musica del nostro paese sulla fantasia di Händel, il quale, come è noto, soggiornò per periodi di tempo più o meno lunghi a Venezia, Firenze, Roma e Napoli, città quest'ultima che lo accolse con particolare entusiasmo nel giugno del 1708 e lo ribattezzò affettuosamente con il nome di «Sassone». La caratteristica di moltissime di queste composizioni che subito balza all’orecchio è il forte ruolo dato alla parte del basso continuo. Pensiamo, ad esempio, alla Sonata  in la minore per flauto dolce , in cui nel Larghetto iniziale assistiamo a un drammatico ritmo ostinato del basso su cui si staglia una malinconica melodia del flauto; o, sempre nella stessa sonata, alle tempestose figurazioni arpeggiate del basso nel secondo movimento, Allegro. Stesso discorso si può fare per l’Andante della Sonata II in sol minore, dove il dialogo tra flauto (dolce) e basso si presenta all’insegna di una interessante originalità a livello ritmico. Capolavoro assoluto è poi la sonata in si minore per traversiere HWV 367 b , caratterizzata da una meravigliosa melodia iniziale e da alcuni tempi allegri in cui la varietà ritmica del Vivace (una danza popolaresca nel ritmo di Hornpipe) si sposa con il virtuosismo del Presto e con il rigore contrappuntistico dell’Alla breve, oltre che all’eleganza delle danze finali: un piccolo compendio del genio di Händel trasferito in una dimensione cameristica e “reservata”.