Davvero felice per l'uscita del doppio Cd realizzato con Enrico Baiano con 11 Sonate di Händel per flauto dolce e traversiere.
Difficile certamente è dare in poche righe un articolato giudizio su una produzione così importante, che tocca, con ogni evidenza, anche vertici di grandissima arte.
Se la produzione principale del grande compositore tedesco va identificata nel genere operistico e nel genere dell’oratorio non possiamo certo dimenticare l’autore di geniali pagine di musica strumentale, particolarmente le due magnifiche raccolte di concerti grossi, o della Water Music. Le sonate per strumento solista, e quindi anche quelle per flauto, si richiamano formalmente alla sonata da chiesa e alla sonata da camera di stile italiano e si articolano in quattro movimenti principali ai quali si aggiungono, talvolta, anche ritmi di danza, come il minuetto, la giga e la siciliana, che sembrano testimoniare l'influenza esercitata dalla musica del nostro paese sulla fantasia di Händel, il quale, come è noto, soggiornò per periodi di tempo più o meno lunghi a Venezia, Firenze, Roma e Napoli, città quest'ultima che lo accolse con particolare entusiasmo nel giugno del 1708 e lo ribattezzò affettuosamente con l’appellativo di «Sassone».
La caratteristica di moltissime di queste composizioni che subito balza all’orecchio è il forte ruolo dato alla parte del basso continuo. Pensiamo, ad esempio, alla Sonata in la minore per flauto dolce, in cui nel Larghetto iniziale assistiamo a un drammatico ritmo ostinato del basso su cui si staglia una malinconica melodia del flauto; o, sempre nella stessa sonata, alle tempestose figurazioni arpeggiate del basso nel secondo movimento, Allegro. Stesso discorso si può fare per l’Andante della Sonata II in sol minore, dove il dialogo tra flauto (dolce) e basso si presenta all’insegna di una interessante originalità a livello ritmico. Capolavoro assoluto è poi la sonata in si minore per traversiere HWV 367 b, caratterizzata da una meravigliosa melodia iniziale e da alcuni tempi allegri in cui la varietà ritmica del Vivace (una danza popolaresca nel ritmo di Hornpipe) si sposa con il virtuosismo del Presto e con il rigore contrappuntistico dell’Alla breve, oltre che all’eleganza delle danze finali: un piccolo compendio del genio di Händel trasferito in una dimensione cameristica e “reservata”.