Nicola Fiorenza: Concerti & Sonate

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Quale innamorato di Partenope saprà parlarci bene di Fiorenza? Basterà un cofanetto di 4 CD per riunire l?opera omnia essenzialmente strumentale, ossia una trentina di composizioni, la cui metà è stata registrata da onorevoli appassionati; ieri da Christophe Timpe e dalla sua Accademia per musica ( Capriccio, nel 2000 ), oggi da Stefano Demicheli e Dolce e Tempesta. Due approcci basati sugli stessi valori: giustezza d?intonazione ed eleganza del canto d?insieme, riservatezza d?umore, delicatezza nel trattamento di un linguaggio che intriga, collocato nel punto di rottura tra la severa tradizione contrappuntistica napoletana, della quale Fiorenza era l?erede naturale, e la leggerezza scherzosa di un?epoca galante. Demicheli apre un varco ed esprime con sottigliezza la particolare dissociazione (sembra psichiatrica) di questo personaggio così particolare, tanto strano e violento quanto Veracini, il cui mondo armonico si rivela da un movimento all?altro imprevedibile; di volta in volta patetico e denso ( Sinfonia in la minore ), logicamente costruito ( Fuga della Sonata per violino ), sperimentale nelle sue figurazioni ( Finale del Concerto per due violini ). Il flauto a becco di Tommaso Rossi instilla al Concerto in fa minore la giusta ornamentazione. Un bello strumento, che colpisce nel Largo animato. Nei due concerti per violoncello Marco Testori punta sui contrasti: ritegno pudico per l?uno, vocalità melodica per l?altro, là dove Gaetano Nasillo e l?Ensemble 415 (Zig-Zag Térritoires) privilegiavano una lascività noncurante; scelte estetiche singolari, ancora e sempre, nell?attesa dell?interpretazione sognata che quest?opera merita. ROGER-CLAUDE TRAVERS