Secondo appuntamento con il Festival Barocco e..., rassegna organizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti, che ha luogo nella Sala Sisto V del Complesso Monumentale della Chiesa di S. Lorenzo. Tema della serata, Les go?ts réunis, che partiva dal presupposto di ospitare, sotto lo stesso tetto, musiche del periodo barocco e musiche del Novecento, eseguendole in alternanza, in una sorta di sfida, o confronto, all?ultima nota. Così, all?apertura rivolta al Debussy di Syrinx per flauto solo, ha risposto la Suite in mi minore per flauto dolce e cembalo del francese Jacques Hotteterre. In un turbinio di emozioni, si è poi passati, senza interruzioni, dal brevissimo ed esplosivo Prelude per clarinetto solo di Krzysztof Penderecki, al seicentesco Balletto per archi di Biagio Marini e, da qui, alle dense sonorità dell? Impromptu per clarinetto e quartetto d?archi di Aldo Clementi, fino ad approdare alla Sonata n. 6 in la minore per flauto dolce e cembalo di Francesco Maria Veracini, ricca di virtuosismi affidati allo strumento a fiato. Ultimi due brani in programma, la Sonata in fa maggiore per flauto dolce e cembalo BWV 1035 di Johann Sebastian Bach, appartenente alla produzione degli ultimi anni del grande compositore e sintesi fra gli stili italiano, francese e tedesco alla quale è stata contrapposta la Serenata per un satellite di Bruno Maderna, scritta nel 1969 per celebrare il lancio del satellite europeo ESTRO I, progettato e coordinato dal fisico torinese Umberto Montalenti, dedicatario della composizione. Quest?ultima è frutto di una partitura originalissima (v. immagine iniziale), che si inquadra nell?ambito della cosiddetta musica aleatoria, dove le note sono raggruppate in moduli musicali, che disegnano graficamente le orbite di un satellite nello spazio e risultano disposte sulla pagina in varie posizioni. Gli esecutori hanno a disposizione percorsi diversi, che durano dai 4 ai 12 minuti e, come enunciato dal compositore stesso, riferendosi all?organico del brano “...possono suonarla violino, flauto (anche ottavino), oboe (anche oboe d?amore, anche musette), clarinetto (trasportando naturalmente la parte), marimba, arpa, chitarra e mandolino (suonando quello che possono), tutti insieme o separati o a gruppi, improvvisando insomma, ma con le note scritte”. Prima di chiudere è doveroso un cenno sui tre solisti della serata, a cominciare da Tommaso Rossi, flautista dalla versatilità eccezionale, capace di passare, senza apparente sforzo, dalle sonorità moderne e talora taglienti di Debussy e Maderna, alle diverse sfumature barocche di Hotteterre, Veracini e Bach. Di grande spessore anche gli interventi del clarinettista Gaetano Russo, direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti, che ha partecipato all?esecuzione di tre dei quattro brani del Novecento fornendo, tra l?altro, un?interpretazione superlativa del pezzo di Penderecki. Molto brava, infine, la clavicembalista Maria Rosaria Marchi, che ha ricoperto un ruolo poco appariscente ma molto efficace al fianco di Tommaso Rossi, accompagnandolo nelle Sonate barocche, ed un plauso meritano gli altri musicisti della Nuova Orchestra Scarlatti, impegnati nei brani di Marini, Clementi e Maderna. In conclusione una serata dalla quale si ricava che, proponendo un programma equilibrato, come quello concepito dal maestro Enzo Viccaro, è possibile accostare il Barocco al Novecento. Il prossimo appuntamento del Festival Barocco e... è previsto per domenica 6 luglio, con un concerto dal titolo Cor Vigilans, caratteri italiani, incentrato su musiche di Corelli, Vivaldi e Muffat.