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Ribot si ispira al minimalismo firmato Scelsi

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La favola della musica contemporanea negletta, microcosmo per addetti ai lavori, ambito privilegiato di rari carbonari dell’ascolto non regge più. Mercoledì scorso, per la serata d’inaugurazione del ciclo allestito dall’Associazione Dissonanzen, almeno sessanta persone sono dovute rientrare a casa dal Conservatorio di San Pietro a Majella, non avendo trovato posto in sala Scarlatti. Ed il tutto esaurito ha segnato l’intero ciclo di appuntamenti, fino all’appuntamento finale con il quartetto Xenia Ensemble di sabato. Vero è che l’ingresso libero conserva un fascino inossidabile sulle masse, ma in altri tempi nemmeno pagati si entrava a sentire un concerto di musica colta post-anni Cinquanta. Qualcosa, dunque, sta cambiando nella percezione del non convenzionale da parte del pubblico, e di questo occorre compiacersi senza più meraviglia. A proposito della serata d’apertura, va ricordato come fosse consacrata a Giacinto Scelsi, compositore italiano di grande attualità (oggi, più che in vita: capita spesso&) cui il Festival di Salisburgo, nel 2007, dedicherà uno spazio speciale, proponendo, tra gli altri, proprio il concerto di Dissonanzen, nato da un’idea del chitarrista americano Marc Ribot. Un’ora di musica, un percorso disegnato senza soluzione di continuità, alternando pagine originali di Scelsi (per strumento solista) ad altre scritte da Ribot (per piccolo ensemble) ispirandosi al compositore italiano, in modo molto libero ed in ossequio ad un gioco improvvisativo che nell’opera di Scelsi, del resto, riveste un ruolo non marginale. E’ interessante, così, scoprire echi di un minimalismo ante litteram in alcune pagine di mezzo secolo fa, poi ritrovare questa vena minimalista, ampliata e resa esplicita, ad esempio in “Scelsi Morning”, pezzo di grande suggestione dell’ospite americano. L’Ensemble Dissonanzen mette in campo i suoi esponenti storici  Ciro Longobardi al pianoforte, Claudio Lugo al sax, Tommaso Rossi al flauto, Marco Cappelli alla chitarra  coinvolgendo ognuno di loro in altrettante sortite solistiche assai efficaci per ricerca di suono e di clima. Con l’ottima Christine Bard alla batteria e Francesco D’Errico alle tastiere, Dissonanzen incontra quindi Ribot, attingendo a linguaggi diversi, ribadendo la forza ritmica che connota tanta musica di Scelsi (pensiamo alla ritualità sottesa alle tre Danze da “Ko-Tha”), infine toccando non casualmente il pop energico e percussivo di “Earth”, ultimo brano firmato da Ribot a suggellare un percorso molto coerente sul versante emotivo eppure frastagliato nelle forme, decisamente stimolante. Successo limpido.