Alle ore 22.20 martedì 10 gennaio verrà presentato il cd Bravade o delle Metamorfosi con musiche di Alessandra Bellino e Jacob Van Eyck.
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Contemporanei, tra passato e futuro.
di Tommaso Rossi ;
Se vi foste trovati a Utrecht dopo il 1625 avreste potuto facilmente imbattervi, nei giardini della cattedrale, nei suoni prodotti dal flauto di Jacob Van Eyck, musicista di grande ingegno e di nobile origine, cieco dalla nascita, che allietava costantemente i suoi concittadini con delle variazioni sulle più famose melodie dell’epoca, poi raccolte in una fortunata opera, Der Fluyten Lust-hof (Il giardino di delizie del flauto), dedicata all'importante statista olandese Constantijn Huygens. Edizioni di questo sua opera vennero pubblicate nel 1644, 1646, 1649, 1654, e 1656.
Van Eyck era anche il virtuoso suonatore di campane della stessa cattedrale, un uomo di vasta cultura scientifica e grande esperto di acustica, come attestano le testimonianze di insigni scienziati come Cartesio e Isaac Beeckman.
La musica di Van Eyck nasce dunque da famose melodie dell’epoca, e le trasforma, attraverso la prassi della diminuzione, e della variazione improvvisata, dando vita a una vera e propria metamorfosi in musica. È questa la chiave che ci ha spinto a mettere in relazione musiche antiche e nuove per flauto dolce, uno strumento che si conferma, nella musica di Alessandra Bellino, ancora ricchissimo di sonorità da scoprire, di anfratti poetici da visitare e raccontare, flessibile nell’aderire al mutare e al fluttuare della coscienza. Il mito è il grande protagonista di questo lavoro in cui la musica di Alessandra dialoga da un lato con il compositore del XVII secolo, dall’altra con qualcosa di ancora più antico e – direi – ancestrale : il suono della natura che attraverso il flauto diviene musica, linguaggio e quindi interpretazione della realtà.
Se, da un lato, tre brani di Alessandra Bellino traggono direttamente spunto da corrispondenti composizioni di Van Eyck e ne sono, per così dire, una loro “variazione” o “metamorfosi” moderna, dall’altro le composizioni che non hanno un diretto rapporto con la musica di Van Eyck sono ispirate a tre diverse situazioni “teatrali”, in cui è presente una forte componente dialettica. Il dialogo-duello tra Apollo e Marsia è la base dell’ispirazione del duo tra flauto e violino, mentre La voce di Orfeo racconta, attraverso il confronto tra il flauto e l’arpa, la presa di coscienza di Orfeo del suo canto. Infine in Lasso vo io… , che si riferisce all’esperienza poetica ed umana del poeta Jacopo Sannazaro, il dialogo è quello interiore, in cui la memoria e il suo raccontarsi giocano un ruolo determinante, anche in relazione al luogo-mito di origine del poeta, la sua amata Napoli.
Vorrei ringraziare Alessandra Bellino per essere stata capace di dare forma musicale a un viaggio lungo e avventuroso, portato avanti con grande coerenza e impegno, nel quale, senza mai rinunciare in nessun modo alla voglia di sperimentare, abbiamo cercato di tracciare nuovi sentieri tra passato e futuro.